Pianta di Luigi Marchese del 1800 (Museo di Capua)
G.B. Di Crollalanza, nel suo Dizionario storico – blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti , Pisa, 1886 - Ristampa a cura di Arnaldo Forni Editore, Bologna, Aprile 1998, 396, scrive:
Felice (de) di Napoli – Originaria di Amalfi, ove si disse anticamente Fenice, ed ascritta a quel patriziato, fu colà signora di varie terre col titolo di barone, conte, marchese e duca. In progresso di tempo si divise in molti rami, dei quali uno passò in Piemonte, un altro nell'Abruzzo, un terzo in Napoli, un quarto in Puglia ed un quinto in Francia. Il ramo di Napoli, dopo la famosa peste del 1600 (1656?), fuggì nelle campagne di Somma Vesuviana e vi acquistò immense tenute e il palazzo del Duca di Capracotta (attuale palazzo Alfano a via Casaraia). – Si divise anch'esso in quattro rami, dei quali due restarono nella città di Somma e due tornarono a Napoli, e furono insigniti del titolo di marchese sul cognome. La linea dei De Felice di Napoli venne dichiarata nobile fuori piazza, e come tale riconosciuta dal Corpo della Città nel 1743. Arma: D’azzurro, alla croce patente sannitica d’oro.
Il barone Augusto Vitolo - Firrao annovera i De Felice di Napoli tra le antiche famiglie nobili di Somma ancora presenti nel 1887 in città (La Città di Somma Vesuviana illustrata nelle sue famiglie nobili, Tipi F. Mormile, Napoli, 1887). Certamente i de Felice erano possidenti e benestanti, ma la loro nobiltà a Somma non è mai stata attestata: l'utilizzo dell'epiteto Don non significava essere nobili, ma essere personalità notabili del posto.
Arma: d'azzurro alla fascia d’argento caricata da tre stelle d’oro ordinate e accompagnata in capo dall'uccello mitologico Fenice, posizionato su un monte a tre cime al naturale, che osserva i raggi infuocati del sole nel canton destro e in punta da un leone passante d’oro. Il tutto sormontato da una corona di marchese.
L'uccello mitologico Fenice, posizionato sul tricolle, rileva la presenza della famiglia sul territorio vesuviano, precisamente in Somma. Il tricolle, infatti, adoperato da tante famiglie nobili del vesuviano, utilizzato anche nello stemma civico, è l'unione di tre montagne sopra una sola base: quella del Vesuvio, quella di Somma e quella di Ottaviano, come riferisce Nicola Corcia nella sua Storia delle due Sicilie, Vol. II, p. 406. Il sole raggiante è simbolo di eternità, grandezza, nobiltà e magnificenza. Il leone , invece, è simbolo di forza, coraggio e comando. La stessa Fenice, rappresenta il sogno di immortalità e di eterna rinascita che ha accompagnato l’uomo di ogni epoca e di ogni cultura.
L'appassionato storico locale, Domenico Russo, in un suo articolo apparso sulla rivista Summana n° 25, riferisce: ...Il primo indizio della complessità del problema l’abbiamo avuto quando ci è stato riferito che gli attuali Palazzi Calabrese e Perillo in via Casaraia, ovvero quelli dell’ex Pretura, erano stati dei De Felice e che un accenno a questa proprietà è nel Catasto Onciario del 1750 (il Catasto onciario fu completato nel 1744 e reso pubblico il primo gennaio del 1751): a pagina 805T, infatti, in riferimento al napoletano privilegiato Gioacchino De Felice, sposato con Elisabetta Cangiano, e ai numerosi figli Angelo, Vincenzo, Giovanni, Nicola, Irene, Caterina, Lucia, Troiana, si attesta: "Possiede un ospizio di case consistente in tre camere e cinque bassi nel luogo detto Casa Raja giusta li beni d'Antonio Raja, e di Don Filippo Firlingieri, diviso in due corpi uniti con tutte comodità per proprio uso a' riserba di due bassi che ne ricava d'affitto annui ducati otto, ..."
Ebbene la proprietà descritta nel catasto borbonico non è quella che si riferisce agli attuali Palazzi Calabrese - Perillo, ma quella vasta parte che attualmente comprende i due noti portoni di Strada Casaraia, di cui uno di questi ora sbuca a via Roma. Guardando, infatti, attentamente la pianta del cartografo Luigi Marchese, si notano le immense proprietà dei discendenti di d. Gioacchino De Felice: Nicola e Ciro de Felice. In strada Casaraia, quindi, di proprietà De Felice nel 1800 ve ne erano due a conferma di Crollalanza.
Solo più tardi, e già nel 1819, le proprietà diventeranno tre in quanto i de Felice passeranno a risiedere nell'attuale palazzo Calabrese, dove si trova lo stemma brisato, dipinto sotto la volta del portone (vedi foto sotto). E' facile, probabilmente, che questi possedimenti, confinanti nel 1799 con la proprietà di d. Michele Bottiglieri (attuale Palazzo Perillo), siano pervenuti ai De Felice o dopo una compravendita dagli eredi di Gennaro Raja (parte 303) oppure dopo la divisione della stessa proprietà, essendo la madre di d. Gioacchino De Felice una Raja (Raho). A ciò bisogna aggiungere che nel 1858 il dottor in chirurgia Stefano Stanislao Calabrese sposò la nobildonna Filomena Marianna Adelaide De Felice, figlia di d. Antonio e nipote di d. Pasquale De Felice.
Gioacchino De Felice (napoletano privilegiato C.O. 1744), sposato con Elisabetta Cangiano, i cui figli erano Angelo, Vincenzo, Giovanni, Nicola, Irene, Caterina, Lucia, Troiana. Un altro figlio era Ciro de Felice (+ 22/12/1812), negoziante, sposato con Isabella Aliperta. Una figlia era Gaetana De Felice (+ 20/6/1823 all'età di 75 anni, vedova di Nicola Chiarella).
Pasquale de Felice (+ 23/5/1813), figlio di Giuseppe De Felice e Caterina Di Mauro, sposato con Angela Daniele, i cui figli erano: Don Aniello (sacerdote), Donna Gabriela (nubile), Donna Caterina (nubile), Donna Vincenza (nubile), Don Bernardo (sacerdote), Donna Maria Rosa (nubile), d. Antonio. Un altro figlio di Don Pasquale De Felice era D. Luigi de Felice (+ 19/6/1837), sposato con D. Teresa Fuortes, i cui figli erano: Raffaele, Clementina, Pasquale, Raimondo (+14/6/1833 all'età di 20 anni), Maria, Vincenzo (Strada Forno). N.B. Il 23 luglio 1818 morì Maria Saveria Vincenza De Felice figlia di Luigi e Teresa de Fuortes, di mesi sedici.
Un altro figlio di Giuseppe De Felice e Caterina Di Mauro era il sacerdote Don Carmine De Felice (+ 29/3/1816).
D. Andrea de Felice (+ 9 febbraio 1825 all' età di 64 anni, lasciando 11 figli maggiori), legale, figlio di d. Antonio e Donna Isabella Viola, sposato con D. Maria Giuseppa d'Amato, i cui figli erano: Camillo, Isabella, Antonio, Emmanuela, Giovanni (diacono), Teresa, Francesco, Ferdinando, Carlo, Raffaella;
Donna Nicoletta de Felice (+ 20 luglio 1837) abitava con il fratello D. Andrea;
D. Camillo de Felice (ca. 1788; + 25 gennaio 1869) fu Andrea, legale e ispettore di Polizia, sposato con D. Maria Rosa Novelli, i cui figli attestati erano: Margherita, Marianna (+2/10/1833 all'età di 19 anni), Carmela, Gennaro (n. 1823), Maddalena (nata e morta nel 1821), Luigi, Maria Gaetana, Maria Giuseppa. Donna Maria Gaetana, che nacque il 17 marzo 1827 e sposò il 18 febbraio 1849 don Tommaso Viola del casale di Sant'Anastasia. La coppia si stabilì a vivere in strada Ponte in un lussuoso palazzo, ormai scomparso. In questo luogo nacque, il 12 novembre del 1849, Giuseppe Antonio Tommaso Viola, futuro avvocato, autore del libro Ricordi miei [Acerra 1906].
Gaetano De Felice (+ 23 /4/1834 all' età di 67 anni, sacerdote in Strada Cappella al Cavone) figlio di D. Antonio e Isabella Viola(?)
Gabriele De Felice (+28/09/1820), legale, figlio di Antonio e Isabella Viola, sposato con Maria Giovinale.
Michele De Felice (+ 28/7/1815), figlio di Gabriele De Felice e di Maria Giovinale.
Carolina De Felice (+ 5/11/1817), figlia di Gabriele De Felice e di Maria Giovinale.
Anna De Felice (+20/01/1815), figlia di Domenico De Felice e di Fortunata Angrisano, sposata con Antonio Stefanile (sportellaro).
Nicola De Felice (cerusico) sposato con Maria de Marzo. La coppia ebbe un figlio di nome Ciro Vincenzo (+ prematuramente il 15/10/1818 dopo 36 ore di vita). Don Nicola aveva sposato precedentemente Caterina Rossetti, da cui era nata una figlia di nome Camilla De Felice (+ 23/11/1834 all' età di 36 anni, tessitrice).
Luigi Maria De Felice ( + 27/4/1823 all' età di 43 anni, benestante, celibe, strada San Pietro), figlio di Antonio ed Isabella Viola.
Filomena, Vincenza, Irene De Felice (+ 14/5/1830 all'età di 35 giorni) di D. Antonio e Donna Giuseppa Giordano
Alfonso De Felice (+12 agosto 1831 all' età di mesi due circa), figlio di D. Antonio e Donna Giuseppa Giordano.
Filomena De Felice (+ 8/11/1833 all' età di 13 mesi), figlia di D. Antonio e Donna Giuseppa Giordano.
Camillo De Felice (+1/4/1835 all' età di giorni 13) figlio di Salvatore De Felice (calzolaio - Strada Selice) ed Elisabetta Iorio, nipote di Don Nicola De Felice (cerusico)
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