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Immagine del redattoreAlessandro Masulli

Il culto di Santa Margherita a Somma Vesuviana: nuove ipotesi di ricerche

Aggiornamento: 27 lug 2022

S. Margherita è una delle sante più antiche venerate in Italia e la sua esistenza è avvolta ancora nella leggenda. Numerose sono le versioni sulla sua vita e non sempre risultano concordanti fra loro. I documenti principali, tuttavia, restano il Martirologio di Rabano Mauro († 856) e la Legenda aurea di Jacobus de Voragine († 1298), come afferma lo scrittore Alberto Pucci.

Vissuta probabilmente dal 275 al 290 d.C., Margherita era figlia di un sacerdote pagano di Antiochia. Allevata da una donna, dopo la prematura morte della mamma, divenne cristiana e per questo suo padre la cacciò di casa. Donna splendida, aveva solo quindici anni quando il Prefetto Olibrio la vide e le chiese la mano. Margherita rifiutò, proclamandosi cristiana. Arrestata, fu dapprima messa in prigione e, successivamente, torturata e gettata in un recipiente di olio bollente ed, infine, decapitata. Nel medioevo, il culto della santa divenne popolare, ma l’inconsistenza storica spinse Papa Paolo VI nel 1969 ad escluderla dal calendario romano.

Margherita, comunque, si può considerare una delle sante più popolari del tardo medioevo. La sua immagine, di solito rappresentata con la croce e il drago ai piedi, è stata riprodotta con le tecniche più varie ed è molto diffusa in ogni parte del mondo. La data di commemorazione della santa, come tradizione, è fissata per il 20 luglio.


Il 15 ottobre 1927 sognai la miracolosa

Immagine di S.ta Margherita ed

ottenni la mia guarigione,

salvato dal tifo. Con fervido voto

ringrazio la Madonna.

Giuseppe Ragosta.

Via Margherita Somma Vesuviano


Dal testo di Fabrizio Capitello, riportato anche da Candido Greco, apprendiamo che: … dalle relazioni d’alcuni della serafica Religione di San Francesco venuti dal Giappone si è inteso, come anche da più scritture antiche, e lapidi, epitaffi e descrizioni che vi siano stati di Somma più santi Martiri (fra cui) S. Margherita, martire di detta città (di Somma), con le sue compagne quali assieme con esse morirono per la S. Fede.


A Somma, sorprendentemente, la venerazione per S. Margherita è documentata già nel XVI secolo con una cappella ad essa dedicata dentro la città murata di Somma, sita prope Castrum dictae Terrae, come riferisce lo storico avv. Francesco Migliaccio nelle sue inedite notizie dal 1268 al 1885. La cappella era di diritto patronato della nobile famiglia Figliola. Era un beneficio semplice, di cui il Rettore o Beneficiato fu Nicola Angelo de Marco. Vi era l’obbligo di una messa a settimana, e, dopo più di un secolo, tale obbligo fu ridotto ad una sola messa all'anno da celebrarsi, però, nella Collegiata di Somma, ove fu trasferito il beneficio agli inizi del XVII secolo. Nel 1586, infatti, la cappella era quasi diruta. Nel 1616, il beneficio risulta ancora una volta trasferito: stavolta, dalla Collegiata alla chiesa parrocchiale di Santa Croce. Dal 1642 al 1663 fu rettore Don Giuseppe Figliola. Dopo il 1663, fu nominato Don Andrea Castelli, che tenne l'incarico fino al 1713.

Nel 1647, la detta cappella diruta (del Casamale) fu demolita definitivamente. Resta il fatto che fino al 1663, i beneficiati che si alternarono furono i componenti della stessa famiglia Figliola. Nel 1713, infatti, dicesi tale cappella di jure patronato delli Figliola. A tale epoca il beneficiato era il canonico Domenico Sanseverino, il quale rinunciò nel 1729.

Nel 1777, una cappella di Santa Margherita la si ritrova, stavolta, sotto la giurisdizione del parroco di San Michele Arcangelo ed è amministrata da una certo Giuseppe Suarez.

Nel 1780, nella parrocchia di San Giorgio troviamo trasferito il beneficio sotto il titolo di S. Margherita ed il beneficiato era il parroco Don Antonio Pinelli. Vi era l'obbligo di una messa cantata nel giorno della festività 20 luglio. Dicesi che il diritto patronato a detta epoca era della famiglia Tufano. E’ tra il 1829 e il 1855 che viene attestata dal Migliaccio nei suoi documenti una cappella sotto il titolo di S. Margherita alla strada Margarita, ma non se ne conosceva il patrono. La fabbrica meritava rifazione.


Pia Unione di Santa Margherita con Don Nicola Menna


E’ presumibile che il beneficio, all'epoca, sia stato trasferito definitivamente nell'attuale cappella del quartiere Margarita che nel 1800 era intitolata a San Michele. La struttura era ubicata nella proprietà (giardino) di d. Michelangelo Cianciulli, come attesta la pianta topografica (1799-1800) del cartografo Luigi Marchese al punto M.

La santa trovò la sua definitiva sistemazione e fu adottata dagli abitanti del posto, che la innalzarono a divinità protettrice del loro quartiere. Ciò attesta, certamente, che non è la santa che ha dato il nome al quartiere ( si rimanda agli studi di toponomastica del dott. Mimmo Russo). Una altra conferma ci viene offerta dall'attuale statua, che oggi viene portata in processione. Secondo lo studioso pugliese Rocco Monteleone, l’immagine è di manifattura ottocentesca (prima metà XIX), il ché conferma le nostre ipotesi. Oltremodo, bisogna aggiungere che durante l’ultimo restauro è stata ridipinta con colori così vistosi, danneggiando la vera originalità del manufatto.




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