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Immagine del redattoreAlessandro Masulli

Lo stemma gentilizio del palazzo sito nel luogo detto Santa Croce

Aggiornamento: 5 dic 2020



Nel luogo detto Santa Croce si erge l'ammirevole casa palaziata appartenuta al privilegiato napoletano conte d. Giovanni Battista di Gennaro. Lo stabile nel 1744, epoca della stesura del Catasto onciario della Terra di Somma, consisteva in più e diversi membri inferiori e superiori e sei bassi con un giardino annesso. Lo stemma gentilizio, dipinto sotto la volta del portone, raffigura in campo azzurro un leone rampante coronato d'oro con accanto due gigli angioini.


L'emblema appartiene, sicuramente, ad un ramo (forse minore) di questa nobile famiglia napoletana, ascritta ai Sedili di Napoli, che ebbe un ruolo importante nelle vicende del Sud Italia. Lo stesso stemma è presente anche nelle antiche proprietà della Masseria Maddalena, dove l'illustre famiglia angioina - napoletana possedeva un territorio di circa cinque moggia.

Successivamente, il palazzo con annesso giardino risulta appartenere prima alla famiglia D'Amelio, come riferisce il prof. Raffaele D'Avino in un suo articolo del 1981 sulla rivista Il nuovo Vesuvio, e poi al benestante napoletano d. Nicola Caputo nel 1799, come si evince dalla mappa catastale di quell'epoca del cartografo Luigi Marchese. Le terre, in particolare, di prima classe venivano coltivate in quell'epoca da Antonio Esposito alias fasulillo.


Il compianto prof. D' Avino così lo descriveva: Centrale nella sua posizione lungo la vecchia strada che portava a Nola, il palazzo ha il suo vasto ingresso coronato dal tradizionale e mastodontico arco di piperno. Ampie scale settecentesche portano ai decorati ambienti dei piani superiori, mentre a pian terreno risaltano, lungo i lati del cortile e della strada, molteplici locali dai mille usi e dalle mille funzioni. Cunicoli, torri, pozzi, archeggiature pensili, aggettanti pezzi di piperno lavorato, resti di stucchi sagomati, compongono la varia architettura del palazzo in molte parti ammodernato e vandalizzato. Si ammiravano, prima di un crudele rinnovamento e ripartizione degli ambienti, ampie sale decorate al modo settecentesco nei soffitti e nelle pareti.



Il 20 agosto del 1870, troviamo la proprietà alienata a tale nobildonna Murolo Carolina per poi essere venduta, definitivamente, alla Famiglia Romano - Cerciello tra il 1888 e il 1890. A tal riguardo il possidente Achille Alfonso Filippo Romano di Fortunato, nato nel 1860 in strada Costantinopoli, andò in sposa nel 1884 a Stella Colomba Cerciello, nata nel 1858 dal colono Antonio della Masseria Cerciello.

Ci scusiamo per l'errore precedente nell'attribuire lo stemma alla famiglia Romano. A riguardo ringrazio il Dott. Carmine Mocerino che mi ha stimolato a condurre l'esatta ricerca. Le foto, inoltre, fanno parte della collezione privata del compianto prof. Raffaele D'Avino e sono state gentilmente concesse dal figlio Antonello D'Avino.



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