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Immagine del redattoreAlessandro Masulli

San Paolo Belsito, un convegno in occasione del restauro del campanile della parrocchia

tratto da: https://www.ilmediano.com/san-paolo-belsito-convegno-in-occasione-del-restauro-del-campanile-della-parrocchia-di-san-paolo-eremita-e-ss-epifania/


Una settimana di festa per la parrocchia di San Paolo Belsito - iniziata il 14 novembre con la benedizione e la celebrazione eucaristica del Vescovo Mons. Francesco Marino - che si concluderà sabato, 20 novembre, con un convegno sul nobilissimo campanile.


L’evento si terrà sabato 20 novembre alle ore 17:30 nella Chiesa parrocchiale di San Paolo Belsito in via Roma. Il tema, Il nobilissimo campanile della terra di Santo Paolo nel complesso parrocchiale, dopo i saluti iniziali del parroco Don Fernando Russo e del Sindaco Raffaele Barone, vedrà la partecipazione di ospiti autorevoli.

L’archeologo Nicola Castaldo relazionerà sulla storia del complesso parrocchiale tra le realtà archeologiche, architettoniche e le fonti documentarie; l’architetto Aldo Vella, autore e responsabile del progetto Libera Università Vesuviana, tratterà del campanile quale elemento percettivo nella scena urbana; l’ing. Giuseppe La Manna Ambrosino presenterà il progetto strutturale adoperato per il restauro conservativo del campanile; il prof. Saverio Carillo, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, e Antonio Milone, Università degli Studi di Napoli Federico II, parleranno invece della ceramica architettonica e decorativa del locale campanile e di altri campanili nella Diocesi di Nola; il prof. Carlo Ebanista, Università degli Studi del Molise, si soffermerà sulla serafica figura di San Paolino di Nola e sulla diffusione delle campane in Occidente.

Concluderà i lavori la dott.ssa Antonia Solpietro, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Nola. Modererà la dott.ssa Mariangela Parisi, direttore dell’Ufficio Comunicazioni della Diocesi.


Il campanile – spiega il parroco Don Fernando Russo - sovrasta la cittadina di San Paolo Belsito ai piedi della collina di Cicala. Chi progettò e lavorò alla sua edificazione lo volle particolarmente bello. Questo piccolo gioiello dell'agro nolano era da qualche tempo rovinato e le sue campane non scandivano più la vita del paese da circa quarant'anni.

Certamente l’arrivo a San Paolo Belsito di Don Fernando Russo nel 2010 non solo ha dato vita ad un nuovo ed entusiasmante ciclo della parrocchia, ma ha fornito grande impulso per la realizzazione del restauro del campanile.

Tra alterne vicende, ostacoli, rallentamenti e valzer di competenze, finalmente nel 2017, insieme ad un gruppo di volontari - continua Don Fernando - riuscimmo a venire a capo di questa storia infinita. Sembra aver vissuto, in un certo senso, il ritorno avventuroso di Ulisse ad Itaca dopo innumerevoli peripezie ed avversità. Allo stesso modo il nostro campanile, dopo aver superato la farraginosa burocrazia italiana, ha trovato infine la sua degna sistemazione con il pregevole restauro. Una cosa è certa, conclude Don Fernando: i rintocchi della campana grande, da cinque quintali, sono tornati a diffondersi per l’intera valle, tra le lacrime di molti anziani, che la ricordavano ancora.


In Nola, e sua diocesi fece [il temporale] somiglianti rovine; e vi fè altri danni notabili e cadendo una saetta (18 luglio 1676, ore 17-18) su del copolino del nobilissimo campanile della terra di Santo Paolo, unico e singolare in quella diocesi, lo squarciò in tal maniera, che caggionò una grandissima afflizione in quel popolo. Questa testimonianza – spiega l’archeologo Nicola Castaldo - tratta da una fonte archivistica del XVII secolo, da la chiara percezione che la torre campanaria era riconosciuta, all’epoca, come qualcosa di eccezionale e particolare per l'intero comprensorio diocesano e per il popolo del Casale di Santo Paolo.

Un monumento indubbiamente di rara bellezza, eretto tra la fine del XVI secolo e l'inizio del secolo successivo, che ha la sua peculiarità sia nella raffinatezza e l'articolazione delle membrature in pietra tufacea grigia che ne marcano la sagoma e le aperture, sia nella decorazione con riggiole e terrecotte architettoniche maiolicate. Tra le riggiole – continua Nicola Castaldo - risaltano le raffigurazioni dell'Annunziata, mentre le seconde contemplano i busti a rilievo dei profeti, di cui oggi si conservano i volti di Geremia e Isaia. Vecchio e Nuovo Testamento, insomma, dialogano assieme per annunciare attraverso il suono delle campane la buona novella del Risorto.

Il restauro ha riconsegnato finalmente alla comunità il suo monumento simbolo. Un’attesa durata 41 anni: era il 1980 quando il campanile non potette più assolvere alla sua funzione di annuncio e scandire il ritmo della vita quotidiana del popolo sanpaolese. Una cosa è certa – conclude Nicola Castaldo - la torre campanaria è ritornata a vegliare con la sua mole sull’ antico borgo e a scuotere con la sua voce e la sua bellezza le nostre coscienze intorpidite.



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