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Immagine del redattoreAlessandro Masulli

Il vero blasone della Città di Somma

Aggiornamento: 30 giu 2019

La corona turrita richiama il distintivo di Città,

il campo azzurro simboleggia la fedeltà e la nobiltà d’animo,

le tre querce secolari sono espressione di forza e valore,

le ghiande d'oro esprimono la potenza,

il tricolle al naturale rappresenta la sua montagna.


Blasone: Scudo sannitico in campo azzurro raffigurante un monte di tre cime, sormontate da tre querce con ghiande d’oro, al naturale. Il tutto sormontato da una Corona d’oro di Città.


Ornamento: Sotto lo scudo vi è una doppia fronda, unita da un nastro rosso; a destra (a sinistra di chi guarda) fronda di alloro fogliata al naturale, fruttifera di rosso e a sinistra (a destra di chi guarda) una fronda di quercia fogliata e ghiandifera al naturale.

L’abate Domenico Maione, infatti, nella sua opera Breve descrizione della Regia Città di Somma del 1703 scriveva: fà per arme tre montetti con tre piedi di cerque con le ghiande d’oro. Candido Greco nel 1974, nel su libro Fasti di Somma, osservando la pianta prospettica del Pacichelli, i marmi in piazza e la presenza di pini marittimi, notava, ma non era convinto, che sui tre piccoli monti non vi erano querce ma pini (!). In araldica la quercia, probabilmente l'albero più nobile del blasone, è assunto come simbolo di forza, potenza, nobiltà, animo forte, antico dominio, ecc. Il tricolle è utilizzato anche negli stemmi di alcune famiglie nobili sommesi Jovino, de Felice, Colletta, Alfano, Piromallo, de Tomase.

Il Barone Augusto Vitolo – Firrao nel 1887, nella sua opera La Città di Somma Vesuviana illustrata nelle sue famiglie nobili a pagina 49, scriveva: …. Senza ricordare che essa per arme municipale o civica usa in campo azzurro tre piccoli monti cimati da altrettanti pini al naturale, che alludono al famoso suo monte Vesuvio (Mons Summanus) il quale dal Nonnio ebbe l’epiteto di tricolle, perché sopra una sola base s’innalzano tre montagne cioè quella del Vesuvio propriamente detta, quella di Somma e quella di Ottaviano, come bene osserva (Nicola) il Corcia nella Storia delle due Sicilie, Tomo II, (Tipografia Virgilio, Napoli, 1847) p. 406 e menzionava in seguito le affermazioni del Maione. Curiosità: Lo stemma di Ottaviano ha come blasone: d'azzurro, alla quercia di verde, fustata e sradicata al naturale, ghiandifera di nove, di rosso.


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