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Immagine del redattoreAlessandro Masulli

Un Sommese alla battaglia di Adua: Domenicantonio Rea (1873-1896)

Il 1° marzo 1896, tra le forze italiane al comando del generale Oreste Baratieri(1) e quelle somale condotte dall’Imperatore d’Etiopia MeneliK, si consumò quella che tutto il mondo conobbe come la battaglia di Adua. Finì con la disfatta dell’esercito italiano che contò 6345 perdite, 1500 feriti e 1846 prigionieri. Quale il motivo di questa tremenda guerra? Il 2 maggio 1889 a Uccialli (città del nord d’Etiopia) fu firmato un trattato internazionale fra Italia ed Etiopia in base al quale il sovrano Menelik riconosceva l’Eritrea come colonia italiana. L’Italia però, fin dal 1890, iniziò a estendere la propria sfera d’influenza sulla vicina Abissinia (vecchio nome dell’ Etiopia), reclamando la concessione di un protettorato sul paese in base al citato trattato.

Menelik, tuttavia, rinnegò il trattato e il Governo italiano, presediuto dal compianto Francesco Crispi (1819-1901), impose con forza la sua presenza coloniale. Da qui lo scoppio di una tremenda guerra. Sedicimila uomini tra soldati italiani e ascari (indigeni arruolati) furono sorpresi e annientati dall'imponente esercito etiope nella piana di Adua. Cinque giorni dopo l’Italia chiese la pace.

Tra i numerosi caduti ad Abba Carima vi fuun artigliere sommese Domenicantonio Rea, nato a Somma Vesuviana (strada Botteghe) il 29 gennaio 1873 da Giovanni e Carmela Fiorillo.

Il giovanissimo soldato, che morì difendendo i cannoni italiani e la ritirata delle nostre truppe, fu premiato con una medaglia di bronzo al valor militare.

E’ sacro il culto dé defunti, ma è altresì sacro il nostro dovere ricordare alle future generazioni il nome dé nostri concittadini che più si sono distinti nelle guerre, che ispirate a segni di civiltà, lasciano tracce del valore del soldato italiano.[…..]. Se fosse necessario, mi permetterei di ricordarvi che la proposta viene da chi sente altissimo il sentimento del patriottismo e ne ha dato continue prove specie esponendo nella gioventù la vita per l’unità della patri. Con queste memorabili parole il consigliere comunale Cav. Errico Giova, il 24 ottobre 1899, propose all'adunanza consiliare di far collocare sulla facciata del Municipio una lapide per ricordare ai posteri il nome di Domenicantonio Rea. La proposta accolta fu rinviata in seguito all'approvazione del nuovo bilancio. La lapide, attualmente non individuata, doveva onorare il giovane milite, ma soprattutto ricordare alle generazioni future che quella amministrazione da poco guidata dal neo-eletto Sindaco, Avv. Paolino Angrisani, si era preoccupata di loro, tramandando ad esse il ricordo di coloro che onorarono degnamente la patria.


Note

(1) L’otto settembre 1895 il Consiglio Comunale di Somma Vesuviana, su proposta del Consigliere Cav. Troianiello, conferì la Cittadinanza Onoraria al Generale Oreste Baratieri (1841-1901), che in Africa stava conseguendo vittorie, le quali onorano il nome Italia e la Civiltà Cristiana. Sindaco Marchese Camillo De Curtis


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